Privacy Policy

_DESIGN

DESIGN

2015

 

13 APRILE 

CASA, DOLCE BUSINESS DA FABBRICA A BRAND, L’ARREDO FA MODA (Paola Jadeluca)

Nello scenario globale il Made in Italy continua a spiccare. I nostri produttori detengono il primato con il 30% di un mercato che nel 2014 ha raggiunto nell’altissimo di gamma, dove siamo più rilevanti, i 29 miliardi di euro. La crisi ha colpito, non ci sono dubbi, ma il peggio è alle spalle e il settore ha ripreso a crescere al ritmo del 2-3% l’anno. Ma il potenziale è elevatissimo. La distribuzione è la leva principale: “la sfida prevalente è arrivare al mercato finale, e chi può apre negozi monomarca, soprattutto per conquistare i mercati emergenti dove il concetto di vendita e distribuzione è completamente diverso”. La Cina, paese dove solo da pochi anni le famiglie comuni possono aspirare a un appartamento indipendente, è uno dei mercati più promettenti del futuro. La crisi ha fatto rinascere il senso della vita in famiglia e tra amici e il settore dell’arredo di interni ne ha ricevuto una spinta notevole. Dalla tavola ai mobili, design e stile sono diventati importanti, anche e più di un vestito. Arredamenti di interni, si diceva così una volta. Ma oggi il business è cambiato. Si realizza con il contractor, ovvero contratti per arredare interi edifici dalla porta alla lampadina, dal divano all’armadio, fino alle tende. Soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove si costruiscono nuovi edifici e l’italian lifestyle piace anche dentro le mura domestiche. È la forza di brand come Fendi casa, ma può diventare il futuro di tanti piccoli. Un’ebanisteria, una società di infissi, una di luci e una società di design. Così, Sereno Design, Maligno, Peirano e Ambiente Luce hanno unito le loro specializzazioni in una “rete di impresa”, la Unity-Design & Build. La partnership ha portato lontano, dall’Azerbaijan alla Tunisia. Una rete per diventare sempre più grandi senza perdere la propria identità.

 

2 APRILE (L’ESPRESSO)

ARCHITETTURA FAI DA TE E ADESSO LA CASA ME LA STAMPO IN 3D (Emanuele Coen)

Come ogni rivoluzione che si rispetti, anche quella della stampa 3D è partita dal basso, nei garage e nelle officine degli artigiani digitali che, guardando al futuro, hanno riscoperto l’idea antica dell’homo faber che forgia lampade, gioielli, avatar in miniatura, perfino pistole e fucili d’assalto in plastica. Ora che l’industria ha fiutato l’affare e comincia a investire grandi capitali, il mondo delle stampanti 3D esce dalla sperimentazione ed è pronto ad affrontare la fase 2.0. Con questi macchinari già oggi si possono stampare case, domani forse intere città, a costi ridotti rispetto agli standard dell’edilizia. Nel mondo gli esempi non mancano, a Suzhou, nella Cina orientale, di recente una intera villa è stata edificata con una stampante tridimensionale alta più di sei metri. Un anno fa il costruttore, la società cinese WinSun, aveva fatto parlare di se per aver sfornato con la stessa tecnica 10 case in un giorno, in vendita a 4mila euro ciascuna. Ad Amsterdam, invece, lo studio olandese Dus ha tirato su un intero edificio lungo un canale, “3D Print Canal House”, ora adibito a spazio espositivo e centro di ricerca. Intanto nella valle dell’Hudson, vicino a New York, l’architetto Adam Kushner ha siglato una partnership son l’ingegnere toscano Enrico Dini per costruire una villa con piscina. L’uovo di Colombo si chiama D-Shape, mega stampante 6 metri per 6 inventata da Dini, che trasforma in roccia la sabbia, mescolata con un liquido aggregante a base di magnesio. Per realizzare il suo sogno Dini ha dovuto lasciare l’Italia dopo molte porte chiuse in faccia. I tempi, gli dicevano, non erano maturi. Oggi con la sua holding londinese, la Monolite UK Limited, gestisce rapporti e collaborazioni con l’Agenzia spaziale europea e grandi studi di architettura come Foster +Partners o Zaha Hadid Architects.

 

 

2014

 

27 OTTOBRE

L'ELICOTTERO LOW COST MADE IN NAPOLI ALLA CONQUISTA DEI CIELI DELLA CINA (Patrizia Capua)

Un elicottero piccolo, leggero e con due motori, più sicuro, che vola sotto i 5 mila piedi, a due e a quattro posti, targato Napoli. Il progetto e la ricerca si fanno a Ponticelli, quartiere degradato della periferia, nella sede della K4A, Knoledge for Aviation, azienda nata nel 2005. Gli imprenditori napoletani Dario Scalella e Valentino Alaia, che firmano brevetti e prototipi, hanno trovato un partner per costruire i taxi volanti del futuro. Si realizzerebbero per cominciare in una fabbrica in Cina, con la Jiangxi Deli Helicopter Industrial è stato infatti chiuso un contratto per la costituzione di una società di diritto cinese, in cui i napoletani detengono il 48%. Dalla fabbrica cinese usciranno 150 elicotteri biposto all'anno per tre anni, al costo di circa 250mila euro ciascuno, le prime consegne nel 2017. Il motore è un 1200 Motoguzzi alleggerito, a benzina verde e quindi con un minimo impatto ambientale, con caratteristiche di sicurezza che ne consentiranno il volo su aree vietate in Europa agli elicotteri monomotore: ha il rotore di coda idraulico a velocità variabile. “Il quattro posti che stiamo progettando sarà il primo elicottero bimotore diesel con consumi irrisori, 26 litri di gasolio all'ora”. Con consumi e rumorosità ridotti, una maggiore stabilità in volo e minore impatto ambientale, questi elicotteri sono il futuro dell'aviazione leggera ad ala rotante.

 

6 OTTOBRE 

LA POSTAZIONE DI LAVORO INCIDE SUL RENDIMENTO E IN UFFICIO SI FANNO LARGO COMFORT E FLESSIBILITÀ

Relazioni all'interno dell'azienda, la postazione di lavoro gioca un ruolo chiave. L'International Facility management association ha provato a misurare l'impatto sui rendimenti derivante dal rapporto tra lavoratore e luogo di lavoro, dal modo in cui i vertici aziendali gestiscono i collaboratori e misurano il loro operato. Oggi si sta abbandonando l'idea secondo cui la risorsa più utile all'azienda è quella che trascorre più ore in ufficio, per introdurre una valutazione basata sul raggiungimento degli obiettivi. Il facility manager è chiamato a tradurre questa nuova cultura aziendale in ambienti di lavoro flessibili, concepiti per favorire lo scambio di idee, la circolazione veloce di informazioni, la collaborazione tra le risorse e per trasmettere al dipendente l'idea concreta di trovarsi in un luogo sicuro, sano e confortevole.

 

BRAND DEL DRAGONE

I NUOVI PROTAGONISTI DEL MERCATO DEL “FASHION” (Giampaolo Visetti)

La Cina è pronta per il primato in ogni campo. A Pechino ha chiuso da poco la settimana internazionale del design, che in quattro anni è diventata l'evento del settore più importante al mondo con oltre 3,5 milioni di visitatori. Non essere presente a Pechino, per un'azienda, equivale ormai ad essere esclusa dal mercato più ricco del pianeta. L'espansione in Asia dell'applicazione industriale della creatività italiana sarà uno dei temi più importanti dell'incontro tra Matteo Renzi e Li Keqiang, premier cinese, assieme allo sviluppo del turismo cinese in Italia. A Pechino i designer hanno concordato su un punto: “L'era in cui l'Europa ha avuto il monopolio sul business del gusto è finita e la Cina si appresta a riconquistare anche questo mercato. La spesa per moda, arredamento e lusso cresce del 47% all'anno. Il “made in China” si è trasformato in “designed by China” e i grandi marchi, italiani e francesi in testa, affiancano gli studi di progettazione agli stabilimenti trasferiti vent'anni fa. Università e accademie cinesi lavorano da tempo, formano ogni anno oltre due milioni di creativi, che partono per completare la loro crescita nei pià importanti studi e atelier stranieri. Il boom del design cinese supera la crescita che a fine Novecento ha segnato lo stile di Giappone e India e innesca anche una rivoluzione nell'artigianato. Migliaia di imprese si stanno riconvertendo dalla produzione in serie low cost alla creazione di pezzi unici di alta gamma.

 

EDRA, IL MADE IN ITALY AL MUSEO D'ORSAY (Stefania Aoi)

L'azienda toscana con sede a Perignano ha ricevuto una commessa per 250 sedie con le quali è stato arredato il ristorante del museo d'Orsay, inaugurato lo scorso 4 settembre, a Parigi. Pezzi unici tutti realizzati a mano, pennellando di colore una lingua incandescente di policarbonato, secondo l'idea dell'artista Jacopo Foggini. Edra era già nel museo d'Orsay, nel suo caffé, dove si trovano due grandi divani Aster Papposus posizioni nel centro del Salone dell'Orologio, ideati dai fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana. Alcuni loro pezzi sono entrati a far parte anche della collezione del Moma di New York, si tratta di pezzi al confine tra arte e design come Vermelha, Cone e Corallo, prodotte nel 1998 e nel 2005. In ventisette anni di attività i successi della piccola realtà toscana sono stati innumerevoli, ha richiamato attorno a se personalità come l'architetto iracheno Zaha Hadid, la designer giapponese Masanori Umeda, Francesco Binfarè. La famiglia Mazzei aveva un mobilificio sin dal 1949, ma è dalla fine degli anni Ottanta che hanno puntato sul design. Il mercato si è evoluto ed è cambiato nel tempo, se prima erano richiesti divani e sedie rigide, oggi siamo passati a una seduta sempre più orizzontale, la gente cerca una sorta di giaciglio dove rilassarsi quando rientra a casa e chiede materiali soffici, piacevoli al tatto.

 

22 SETTEMBRE 

IL CONCORSO CHE PREMIA BELLEZZA E UTILITÀ UNITE (Francesca Tarissi)

Robotica, bellezza e utilità: chi ha detto che un arto artificiale non possa prevalere, oltre che per le sue funzionalità, anche per l'armonia delle sue forme? È il caso di Lifehand2, la mano robotica sviluppata dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, selezionata tra i finalisti del concorso internazionale “Innovation by Design” (fastcodesign.com) per la categoria Salute. Lifehand2 è in grado di far percepire in tempo reale sensazioni tattili molto simili a quelle che si provano con una mano biologica. I vincitori del concorso saranno annunciati il 15 ottobre a New York.

  

SCARTI E DESIGN: COSÌ I PRODOTTI DIVENTANO GREEN (Giorgio Lonardi)

Susanna Martucci è l'imprenditrice che ha reinventato la matita, ma è anche la donna che ha sperimentato un novo tipo di micro-capitalismo basato sulla collaborazione fra imprenditori, sul riciclaggio degli scarti, sul rispetto dell'ambiente e la difesa del made in Italy. In questo quadro Perpetua, la “matita non matita”, 100mila pezzi venduti dal fusto in Zantech, un nuovo materiale coperto da brevetto composto all'80% di grafite riciclata, è la ciliegina rossa su 20 anni di attività imprenditoriale. La grafite non è protetta dalle due classiche scocche in legno incollate fra loro ma da un composto chimico atossico coperto da brevetto, lo Zantech, che impedisce alle mani di sporcarsi. Risultato: Perpetua ha una durata che si misura in anni, è priva di colle e vernici, resiste agli urti e se viene spezzata i due tronconi sono ancora in grado di scrivere. Martucci ha iniziato a metà degli anni '90 producendo agende in carta riciclata come gadget per le imprese più attente all'ambiente. In seguito Alisea Arte & Object Design, l'impresa creata da Susanna, è andata alla ricerca di scarti utilizzabili dall'azienda stessa che li produce. Come il caso dei 500mila bicchieri di plastica smaltiti dalle mense della Banca Popolare di Milano e trasformati in salvadanai colorati per i dipendenti. Il passo successivo è stato quello di favorire il riciclaggio dei rifiuti di un'azienda da parte di un'altra impresa. Ed è quello che è successo con gli sfridi di Gibus, azienda che produce tende da sole, utilizzati da Buffetti per la nuova linea Mr Green come rivestimenti di quaderni, cartelle, portablocchi, portaoggetti, contenitori per la casa. Fra gli obiettivi di Martucci c'è la creazione di “filiere etiche” in cui tutti collaborano fra loro senza ricarichi eccessivi e abbattendo gli sprechi.