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_MERCATO ITALIANO

MERCATO ITALIANO

2015

 

23 FEBBRAIO

RETI DI IMPRESA CRESCONO, ASSUMONO E ORA SI ESTENDONO ANCHE ALL’ESTERO (Giorgio Lonardi) 

Il 2014 è stato un anno boom per nuove iniziative e per il consolidamento delle altre tra le quali si stanno affermando dei “campioni” di livello europeo come Racebo nell’automotive, Mondo Bio nell’alimentare, Poema nell’aeronautico. Il 2014 è stato l’anno boom dei contratti di rete. Una formula prevista dalla legge che lega tra loro un gruppo d’aziende che, pur mantenendo la propria indipendenza, siano accumunate da uno scopo comune. Si può fare rete per superare la crisi e diventare fornitori di primo grado dei grandi marchi della moto e dell’auto come ha fatto Racebo, composta da 14 aziende emiliane, venete e lombarde per un totale di 170 milioni di ricavi. Oppure per esportare i propri prodotti in Polonia, Germania e Gran Bretagna come è il caso delle 8 imprese agroalimentari accomunate dal marchio Manna Gusto Sardegna. Insomma, i motivi per fare rete sono tanti. Il fatto nuovo è che, gettandosi alle spalle il loro individualismo, gli imprenditori italiani piccoli e medi, abbiano deciso di ricorrere massicciamente alla nuova formula. Rispetto allo stesso periodo del biennio 2013-2014 si registra un aumento superiore al 40% sia dei contratti sia delle imprese coinvolte. Si tratta di una formula che può risolvere il problema della dimensione ridotta delle imprese senza perdere la flessibilità tipica delle Pmi. Oggi per competere sui mercati internazionali devi crescere e le reti sono lo strumento giusto per farlo senza perdere il controllo dell’azienda. Si possono registrare i contratti senza ricorrere al notaio ma utilizzando la firma elettronica. I committenti apprezzano il fatto di discutere con una sola controparte invece che con 6 o 7 imprese diverse. Non c’è dubbio che la crisi è stato un potente acceleratore per lo sviluppo dei contratti di rete.

 

 

2014

 

27 OTTOBRE

È LA LEADERSHIP “DIFFUSA” LA PROSSIMA SFIDA DEI MANAGER DI DOMANI (Luigi Dell'Olio) 

Valorizzazione delle carriere, promozione dei talenti ed etica. In tempo di crisi questi concetti non hanno la stessa risonanza di qualche anno fa. In un mercato che si è fatto sempre più selettivo rispetto al passato, tra le vision manageriali più di successo figurano la trasparenza, l'adozione di regole chiare condivise, l'allargamento e diversificazione delle competenze, insieme ad approcci all'insegna di flessibilità, etica e apertura mentale. I lavori del “Top Employers Summit Hr” sono partiti dall'analisi di best practice aziendali, per poi svilupparsi attraverso lo studio delle dinamiche di lavoro e delle difficoltà che colpiscono i manager al momento delle decisioni, per poi passare a progettare soluzioni futuribili, con la prospettiva di individuare un modello ideale per rispondere alle nuove esigenze di un mercato del lavoro sempre più fluido e in continua trasformazione. Guardando in prospettiva, la sensazione è che il manager dovrà essere più presente in azienda, per seguire l'evoluzione della domanda che arriva dal mercato, ma al tempo stesso dovrà puntare su un approccio di leadership diffusa, coinvolgendo i propri collaboratori nelle fasi decisionali. Se il tempo speso in ufficio è fondamentale, non meno importante è la capacità di comunicare, anche al di fuori del contesto propriamente lavorativo, per crearsi e coltivare un proprio network di relazioni. Per questo diventa fondamentale saper interagire attivamente anche con i nuovi canali di comunicazione come i social network. Diventa fondamentale aumentare le competenze, così da potersi spendere al di fuori dell'azienda, in un altro posto di lavoro, con altri ruoli e competenze.

 

29 SETTEMBRE

QUANDO È L'IMPRESA A FRENARE LA CRESCITA (Federico Fubini)

Pochi Paesi sono ossessionati come l'Italia dal proprio declino, pochissimi sembrano così incapaci di venirne a capo. Dalle regole del lavoro alla burocrazia, alle tasse, ovunque vengono additati dei colpevoli. Una categoria però sembra attraversare indenne il crollo della produzione industriale del 25% in questi anni: coloro che ad essa hanno presieduto, gli imprenditori. Nelle loro strutture finanziarie, il capitale proprio è il 15% (il resto è debito), contro il 24% della Francia, il 28% della Germania, il 44% della Gran Bretagna. Gli imprenditori non mettono i loro soldi in azienda e non lasciano che lo facciano gli altri, magari in borsa. Gli imprenditori italiani hanno azzoppato la produttività del Paese perchè spesso hanno preferito circondarsi di manager scarsi ma fedeli piuttosto che bravi. Il virus del familismo ha portato al potere nelle imprese troppi incompetenti, che non sono riusciti a cavalcare la rivoluzione tecnologica. Per fortuna non è vero ovunque, c'è un certo tipo di imprese italiane fra i 500 milioni e i tre miliardi di fatturato, spesso leader mondiali di settore, che in questi anni sta prosperando. Intercos nella cosmetica, Ima o Gd nel packaging, Interpump nella meccanica. Danieli nell'acciaio e vari altri. Se non se ne parla è perchè i loro azionisti e manager non cercano sponde nei partiti o nelle lobby. Preferiscono sparire, volare sotto al radar per non attrarsi guai, piuttosto che mostrare ai colleghi come si fa e a tutti gli italiani che vincere si può.

 

NUOVE SIIQ, PIÙ FACILE VENDERE GLI IMMOBILI PUBBLICI (Adriano Bonafede)

Più Siiq, le società immobiliari quotate in Borsa che guadagnano soprattutto dagli affitti. Più facilità per i fondi immobiliari di piazzare le proprie quote. Più investimenti internazionali nel nostro paese. E, ancora, maggiore facilità per lo Stato e per gli enti locali di trovare acquirenti per le dismissioni del comparto edilizio. La norma che ritocca alcuni punti della normativa Siiq, compresa nel decreto Sblocca Italia, è certamente, al momento, la misura più importante messa in piedi dal governo all'interno di un pacchetto che, in materia immobiliare, punta a liberalizzare i capitali privati e ad attrarre i capitali esteri. Il governo ha rimosso tutte le norme che rendevano le Siiq italiane un po' diverse, dal punto di vista fiscale e normativo, dalle loro consorelle inglesi, francesi e spagnole. La speranza degli operatori è che si possa mettere in moto un circolo virtuoso del mattone che faccia pervenire sul mercato altre Siiq oltre alle due già esistenti, Beni Stabili e Igd, la società della Lega Coop che investe in centri commerciali. Se il numero aumentasse, ci sarebbero compratori anche per le tanto agognate vendite di immobili che lo Stato e gli enti locali cercano di attuare da anni. L'idea di valorizzare parte del patrimonio pubblico mettendolo a reddito attraverso le Siiq è uno degli obiettivi del governo.

 

GLI INCENTIVI FISCALI AL RECUPERO EDILIZIO STANNO MOBILITANDO 34 MILIARDI NEL 2014 (ch.b.) 

Ristrutturare prima di ricostruire. In questi anni di sofferenza per il settore edilizio, la casa è rimasta in piedi grazie ai lavori di riqualificazione. Il 64% degli interventi ha riguardato la sostituzione degli infissi, il 24% la sostituzione degli impianti, il 9% l'installazione di pannelli solari e il 3% di lavori sull'involucro della casa. In ballo, in futuro, ci sono anche i fondi europei per migliorare l'efficienza energetica degli edifici e la rigenerazione urbana. E in cantiere c'è anche una spending review allargata al risparmio energetico della pubblica amministrazione. I dati Consip parlano chiaro: la bolletta per uffici, scuole e ospedali vale 5 miliardi di euro e pesa tra l'8 e il 10% sui consumi energetici nazionali.

 

LA RISCOSSA DEL MATTONE IN CRESCITA LE EROGAZIONI (l.d.o.) 

Secondo ABI, tra gennaio e luglio i finanziamenti concessi per acquisto di case sono stati pari a 14,6 miliardi, un balzo del 29,3% sui 12 mesi prima, dato sopra l'intero ammontare del 2013. In uno scenario economico dominato dal segno meno, l'andamento del mercato dei mutui spicca in controtendenza. Le erogazioni hanno ripreso a crescere già da qualche mese, tanto che non si può più parlare di semplice rimbalzo, ma piuttosto di un nuovo trend di ripresa. Una spinta in questa direzione arriva dal calo dei tassi d'interesse, favorito dalla politica ultra-espansiva della Bce che ha abbassato il tasso ufficiale allo 0,05%. Ad agosto, il tasso medio sui mutui si è attestato al 3,19%, segnando il valore più basso dal giugno del 2011. Però con il Paese ormai in deflazione, è forte la tentazione di rinviare l'acquisto di un immobile in prospettiva di un ulteriore calo delle quotazioni. Proprio questo trend ha già contribuito a dimezzare negli ultimi sette anni il mercato immobiliare nazionale, con le compravendite che sono passate da quota 807mila a 419mila, dopo un calo dei prezzi che mediamente ammonta al 20%, attualmente il trend sembra in fase di stabilizzazione.

 

22 SETTEMBRE

CASSE DI PREVIDENZA, IL PERICOLO DEI “DIRITTI ACQUISITI” (Catia Barone)

La sentenza 17892 della Corte di Cassazione sul ricorso di un ragioniere potrebbe far saltare molti aggiustamenti “intergenerazionali” messi in atto in questi ultimi anni. Monti aveva introdotto una rivisitazione del metodo di calcolo misto per pensioni che erano già in buona parte maturate. Ora la cassazione ha ritenuto tutto ciò non conforme alle norme, accettando il ricorso di un ragioniere che aveva chiesto di andare in pensione secondo il vecchio sistema retributivo. Oggi, a parità di reddito, un pensionato con il vecchio sistema previdenziale prende 3500€, mentre il futuro pensionato arriverà a mala pena a 800€. Dal punto di vista etico le questioni sono delicate. Accontentare i padri, che stanno cercando di arrivare alla pensione dopo anni di sacrifici, o pensare ai giovani tutelando i loro interessi futuri. Lo Stato impone alle Casse di dotarsi di regole in grado di garantire una sostenibilità finanziaria di 50 anni dovendo contare sulle proprie forze e senza alcun aiuto da parte delle finanze pubbliche ma gli iscritti sono sempre meno, i redditi diminuiscono, e il basso tasso di sostituzione del 20% porta a una pensione pari a un quinto del reddito medio.

 

PARTNER ASIATICO CERCASI: 500 AZIENDE A CONFRONTO (p.jad.)

Il 30 ottobre nella sede della Borsa di Milano si incontreranno poco meno di 500 tra imprese italiane e cinesi per far partire “Think Asia, think Hong Kong”, un programma che intende rilanciare Hong Kong quale piattaforma di accesso al business in Asia. Gli scambi tra Italia e Cina sono in crescita, nel 2013 il commercio tra le due economie era pari a circa 9,6 miliardi di dollari, con una crescita annua del 5%. Lusso, agroalimentare, ma anche tecnologia sono i tre settori economici delle imprese partecipanti, sia italiane che cinesi.

 

15 SETTEMBRE

MATTONE DI STATO, IL PIANO PADOAN - UNA SQUADRA PER FAR PARTIRE LE VENDITE (Adriano Bonafede)

L'obiettivo del Governo è valorizzare e vendere almeno una parte degli immobili pubblici, valore complessivo stimato di 500 o 600 miliardi, in gran parte in mano a comuni, province e regioni.

Il censimento degli immobili pubblici, avviato nel 2011 è solo a metà a causa delle reticenze degli enti locali nel comunicare i propri dati. E' auspicata una maggior collaborazione tra Demanio (in cui Renzi ha messo al comando Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza), e enti locali.

Come misure già attive, il Governo Monti aveva creato l'Invimit che, potendo contare su 1,3 miliardi dall'Inail, avrebbe il compito di acquistare immobili dallo Stato e enti locali per farli confluire in appositi fondi immobiliari da valorizzare e vendere sul mercato.

 

PROFESSIONI, IN CALO LE ISCRIZIONI DEI GIOVANI (Sibilla Di Palma)

Negli ordini professionali calano i nuovi iscritti o quanto meno si registra un regime di bassa crescita rispetto agli anni passati. Complice la crisi che spesso rende difficile affrontare le spese relative all'università, e la perdita di appeal del mondo delle professioni, con un futuro lavorativo nebuloso e considerato che molti non possono permettersi di pagare la quota di iscrizione all'albo o l'assicurazione obbligatoria.

Vive una fase di bassa crescita l'albo degli architetti che attualmente conta 151mila iscritti, un livello comunque doppio rispetto al duemila.

 

SOLDI SUL PIATTO, LAVORI SUBITO, MA IL PIANO “SBLOCCA CANTIERI” LASCIA SCETTICI I COSTRUTTORI (Christian Benna)

Per ricevere una fetta dei 3,8 miliardi del Governo (600 milioni per le piccole opere e 3,2 miliardi per le grandi), Grandi e Piccole opere dovranno essere avviate senza rinvii, altrimenti i fondi saranno dirottati verso diversi lidi. L'esecutivo vuole innescare un circolo virtuoso. “Denari insufficienti” ribattono gli industriali e gli artigiani. Tuttavia il pacchetto di interventi contenuti nello Sblocca Italia, che fa perno proprio sulla ripresa delle grandi (e piccole) opere nonché sull'apertura a esplorazioni e concessioni petrolifere, rappresenta una boccata d'ossigeno per tutte quelle imprese sfiancate dalla lunga crisi economica. Il testo, però, non contiene norme per la rigenerazione urbana sostenibile, a partire dalle periferie, che avrebbe potuto rimettere in moto l'economia locale e le piccole imprese. Le altre misure del decreto Sblocca Italia prevedono anche semplificazioni per i piccoli interventi edilizi, come le ristrutturazioni, per le quali basterà una comunicazione al Comune.

 

EXPORT E INNOVAZIONE - LA RICETTA VINCENTE DELLE MAGNIFICHE PMI (Vito de Ceglia)

Operano in settori maturi, tre su quattro sono situate nel Nord Italia, hanno una forte vocazione globale, sono orientate all'innovazione, usano le nuove tecnologie e quasi tutte hanno un sito in almeno un'altra lingua rispetto all'italiano. Cresce il numero di imprese che operano nei servizi, investono circa il 5% dei ricavi in ricerca e sviluppo, è fondamentale la qualità del prodotto, devono necessariamente viaggiare su più canali. Tra i punti deboli emerge la poca collaborazione tra le Pmi innovative.